È successo ancora penserete voi. Dopo le mascherine e i gel disinfettanti, stavolta sono i generi alimentari e di prima necessità a subire un aumento di prezzo incontrollato.
Controllo che ha voluto prendere in mano l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. L’Antitrust – questo il nome più identificativi dell’AGCM– ha avviato l’indagine preistruttoria, inoltrando richieste di informazioni a numerosi operatori della grande distribuzione per acquisire dati sull’andamento dei prezzi di vendita al dettaglio e quelli di acquisto all’ingrosso, relativi ai prodotti sopracitati. Un rincaro relativo a marzo 2020 che non ha alcuna giustificazione, se non quella di speculare in un momento di bisogno e così delicato per il paese.
Tant’è vero che come dichiarato dall’AGCM:
“Non tutti gli aumenti osservati appaiono immediatamente riconducibili a motivazioni di ordine strutturale, come il maggior peso degli acquisti nei negozi di vicinato, la minore concorrenza tra punti vendita a causa delle limitazioni alla mobilità dei consumatori, le tensioni a livello di offerta causate dal forte aumento della domanda di alcuni beni durante il lockdown e dalle limitazioni alla produzione e ai trasporti indotte dalle misure di contenimento dell’epidemia”.
I principali destinatari delle richieste di informazioni sono:
– Carrefour Italia SpA, MD SpA, Lidl SpA, Eurospin SpA, F.lli Arena srl,
– alcune cooperative Conad (Conad Sicilia, Conad Nord-Ovest, PAC 2000, Conad Adriatico, nonché Margherita Distribuzione),
– alcune cooperative e master franchisor Coop (Unicoop Firenze, Unicoop Tirreno, Coop Centro Italia, Coop Liguria, Novacoop, Coop Alleanza 3.0, Tatò Paride)
– diversi Ce.Di. aderenti a SISA (p.es. SISA Sicilia), SIGMA (p.es. Ce.Di. Sigma Campania) e CRAI (p.es. CRAI Regina srl).
(AGCM)
Paradossalmente il rialzo si registra in aree non interessate da “zone rosse” o da misure rafforzate di contenimento della mobilità. Inoltre la Codacons segnala impennate oltre il 200% su alcuni prodotti ortofrutticoli come: cavolfiori (+233%), carote (+100%), zucchine e broccoli (+80%), poi traslati sui prezzi al dettaglio. Grazie al loro esposto, l’Antitrust potrà intervenire per verificare eventuali anomalie circa le speculazioni durante l’emergenza coronavirus.
Parole incoraggianti anche da parte del presidente dell’Unc (Unione Nazionale Consumatori) Massimiliano Dona che afferma: “Dopo il procedimento sulle mascherine ora vengono accolte anche le segnalazioni su disinfettanti e guanti, per i quali, non per niente, avevamo chiesto prezzi imposti come per le mascherine. Quanto ai beni di prima necessità, a marzo, mese oggetto dell’indagine dell’Authority, avevamo denunciato il rialzo preoccupante dei prezzi dei prodotti alimentari, passati dal +0,3% tendenziale di febbraio all’ 1,1% di marzo, più di tre volte e mezzo. Una situazione che ad aprile è ulteriormente peggiorata, con un +2,9%. In termini di costo della vita, per una coppia con due figli, significa avere un aumento annuo di 221 euro per i soli acquisti alimentari, 194 euro per una coppia con un figlio, 161 per famiglia media” prosegue Dona. “Non parliamo, poi, di frutta e verdura. Ad aprile, in un solo mese, sempre secondo i dati ufficiali Istat, la frutta fresca è salita del 3,5% (9,4% su base annua), i vegetali freschi +7,1%, la farina dell’1,3%, i prodotti per la pulizia della casa dell’1,7%. E questo in media, a fronte di prezzi fermi in molte zone e speculazioni inaccettabili in altre, dove, approfittando dell’impossibilità di spostarsi del consumatore, si sono alzati vergognosamente i prezzi” conclude Dona.
(RAI NEWS)
Santoro Mangeruca