Il Morbillo è una malattia infettiva molto contagiosa, causata da un virus del genere Morbillivirus, appartenente alla famiglia dei Paramixovidae.
Interessa solitamente l’età pediatrica, ma diversi sono i casi di adulti affetti. Si presenta tipicamente con un’eruzione cutanea (esantema) accompagnata da febbre e sintomi simil-influenzali con tosse, raffreddore e febbre.
Nei soggetti più fortunati, una volta contratto, il morbillo garantisce un’immunizzazione teoricamente definitiva. Questo vuol dire che la malattia non si ripresenterà più durante il corso della vita e si risolve, inoltre, senza lasciare esiti.
Alcuni però, tendono a sviluppare delle complicanze che, nella peggiore delle ipotesi, possono essere anche mortali. Tra queste ricordiamo quelle secondarie a superinfezioni batteriche: otite media, laringite, polmoniti ed encefaliti, queste ultime tra le più pericolose.
Nel 2017, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stimato 110000 decessi causati dal morbillo; un dato in forte discesa rispetto a quelli del decennio precedente, ma pur sempre un numero troppo elevato se consideriamo che esiste un vaccino preventivo, in Italia in vigore dal 1977. Questo ha fatto sì che il morbillo ottenesse il primato di principale causa di morte prevenibile mediante vaccinazione.
Il rischio di complicanze è uno dei motivi principali per il quale la stessa OMS (in particolare l’OMS sezione Europa) ha sempre promosso campagne vaccinali e piani per debellare questa malattia, soprattutto in seguito alle endemie degli ultimi anni.
Ma quali sono questi rischi e come ci si incorre?
La risposta definitiva arriva con un recente studio pubblicato sulla rivista Science.
Molte delle morti attribuibili al virus del morbillo sono causate da infezioni secondarie perché il virus infetta e danneggia funzionalmente le cellule immunitarie, che di conseguenza perdono le loro capacità difensive.
Il metodo di analisi utilizzato si basa su un prelievo di sangue che viene ad essere studiato da uno strumento: il VirScan. Questo rileva gli anticorpi (speciali proteine che riconoscono uno specifico bersaglio) antivirali e antibatterici nel sangue, nati dall’incontro con i rispettivi patogeni e nei confronti dei quali ci si è immunizzati, fornendo un’istantanea generale del sistema immunitario.
Grazie a questa tecnologia, Mina e colleghi hanno analizzato in modo completo l’insieme di anticorpi nei bambini prima e dopo l’infezione naturale con il virus del morbillo, nonché nei bambini prima e dopo la vaccinazione sempre per lo stesso virus. I risultati sono stati più che chiari: l’infezione da morbillo può ridurre notevolmente la memoria immunitaria precedentemente acquisita, potenzialmente lasciando le persone a rischio di infezione da altri agenti patogeni. Nel dettaglio il virus elimina dall’11% al 73% dei diversi anticorpi che proteggono dai ceppi virali e batterici a cui una persona era precedentemente immune.
Questi effetti avversi sul sistema immunitario non sono stati osservati, invece, nei bambini vaccinati fornendo così un’ulteriore prova dell’utilità di vaccinarsi.
La scoperta che il morbillo esaurisce il pool di anticorpi dei soggetti affetti, cancellando parzialmente la memoria immunitaria nei confronti dei patogeni precedentemente incontrati, supporta l’ipotesi dell’amnesia immunitaria.
I ricercatori hanno inoltre scoperto che coloro i quali sopravvivono al morbillo, riguadagnano gradualmente la loro precedente immunità, ma solo quando vengono nuovamente esposti ai microrganismi specifici con i quali si erano già infettati, o quando vengono nuovamente vaccinati. Poiché però, questo processo può richiedere mesi o anni, i soggetti restano vulnerabili, per un lasso di tempo più o meno lungo, alle corrispettive infezioni. Per ovviare a questo problema, i medici potrebbero prendere in considerazione un rafforzamento dell’immunità con una serie di vaccini di richiamo di tutti i precedenti già eseguiti, ma cancellati dal virus del morbillo.
Beh, in realtà per ovviare davvero al problema sarebbe meglio non crearlo del tutto, ricorrendo ai presidi di prevenzione (i vaccini) che anni di studi e di ricerche hanno conquistato e regalato al mondo intero.
Morire nel 2019 per le complicanze del morbillo, malattia che non dovrebbe più nemmeno esistere, è impensabile.
Vaccinarsi non è mai stato così importante.
Claudia Di Mento